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Nov 11 2015

«Zone a luci rosse e tasse per le prostitute»: richiesta di due consiglieri Pd di Sassari

Carla Fundoni e Lello Panu hanno presentato un ordine del giorno per regolamentare il sesso a pagamento: «Case chiuse autogestite» di Luigi Soriga 0 LinkedIn 0 Pinterest Una prostituta e un cliente in... Una prostituta e un cliente in un'immagine d'archivio SASSARI. È trascorso più di mezzo secolo dall’approvazione della legge Merlin, le “case di tolleranza” sono scomparse ma non il mestiere più antico del mondo, che lungi dall’estinguersi continua ad aggiornarsi stando sempre al passo con i tempi. Ora si pensa di riportare il fenomeno dentro un alveo istituzionale. Questo in sintesi il decalogo della “Squillo 2.0”: Case chiuse autogestite, zone a luci rosse definite e legalizzate nelle città, abolizione del reato di favoreggiamento, uso obbligatorio del profilattico e infine, per le prostitute il pagamento delle tasse e la comunicazione di “inizio attività” alle Camere di commercio. leggi anche: La mappa della prostituzione a Sassari: sesso in strada per pochi euro Da via Caniga a Predda Niedda, viale Porto Torres e via Amendola Uno degli ultimi Disegni di Legge finalizzati a “governare” il sesso a pagamento, porta la firma di una delle senatrici Pd, Maria Spilabotte. La proposta però è ancora ferma al palo, non è approdata in Parlamento, ma fa discutere e continua a raccogliere adesioni da tutti gli schieramenti. Da poco anche Amnesty International ha datto la sua benedizione. Anche a Sassari, all’interno del Partito Democratico ci sono i sostenitori del Ddl. I consiglieri comunali Lello Panu e Carla Fundoni hanno protocollato un ordine del giorno e l’hanno inviato al Consiglio dei Ministri, al Presidente del Senato, della Camera, a Pigliaru, a Ganau, all’Anci e alle Autonomie locali. Distillando all’osso il documento di sei pagine, la richiesta è questa: datevi una mossa ed esaminate al più presto il Disegno di Legge. E se andasse in porto e venisse approvato, allora tra i grattacapi del sindaco Nicola Sanna ci sarebbe anche quella di predisporre uno zoning in città, chissà se da inserire anche all’interno del Puc. Dovrebbe cioè individuare delle aree o dei quartieri all’interno dei quali si può esercitare la prostituzione su strada, che non sarebbe più così libera e naif, ma bensì regolamentata e controllata. leggi anche: 01-A_WEB Il racket delle schiave del sesso sfida la crisi Prostituzione nell’isola: meno clienti, torture alle ragazze per farle lavorare di più e non ridurre gli affari. “Fatturato” da 120 milioni, storie di sfruttamento disumano. I carabinieri: lotta senza tregua Al momento, anche a Sassari il business è florido, e più o meno tollerato. La città offre un esaustivo campionario delle varie declinazioni dell’operatrice sessuale. Dalla prostituta di strada, a quella d’appartamento, alla più quotata escort con sito internet, sino alle massaggiatrici non esattamente abilitate in fiosioterapia. Insomma quella della prostituzione è una giungla fai da te e senza regole che genera in Italia un giro d’affari nell’ordine dei 5 miliardi di euro. Basterebbe inserire le “lucciole” nel circuito fiscale, per intercettare almeno il quaranta per cento di questi introiti, incamerando nelle casse dello Stato circa 2 miliardi di euro. In questo modo si contrasterebbe in maniera pesante la malavita e il mercato delle schiave, sottraendo lauti profitti. «La legge Merlin fu un atto di notevole rilievo nella nostra legislazione – si legge nel ddl – ma è ormai tempo di porre rimedio alla confusione e alle gravi contraddizioni che la legge stessa presenta». Ed ecco cosa prevede il disegno di legge targato Pd: per esercitare il mestiere più antico del mondo, basterà inviare una comunicazione presso una qualunque sede delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura", corredata da “un certificato di idoneità psicologica ottenuto presso una qualunque azienda sanitaria locale”. La legge prevede anche il pagamento anticipato di euro 6.000 per l’esercizio full-time, e 3000 euro per quello part-time, «specificando tre dei giorni della settimana durante i quali si decide di esercitare». Però la proposta Spilabotte porta con sè anche delle zone d’ombra. Una parte del Pd è molto scettico e pensa che il Ddl possa andar bene per le poche persone che vivono la prostituzione come lavoro, ma non per la grande maggioranza delle donne costrette a prostituirsi per necessità, talvolta per risolvere anche brevi situazioni di emergenza. Queste persone non vogliono lavorare come prostitute e saranno sempre più relegate nel sommerso e nell’illegalità. link del articolo: http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2015/09/08/news/prostituzione-sassari-proposta-pd-comune-zone-a-luci-rosse-tasse-per-squillo-1.12059519